n. 31 – agosto 2019

20. Agosto 2019 IN HOC SIGNO 0

Cari amici,

come nel numero di IN HOC SIGNO di luglio, anche questo mese vi proponiamo un contributo della dott. Chiara Mantovani sul tema della difesa della vita. Si tratta di un articolo inedito dove la bioeticista ferrarese commenta un discorso nel quale il Papa condanna in modo estremamente deciso le pratiche abortive e la mentalità eugenetica, e paragona chi pratica gli aborti procurati a dei sicari. Dispiace rilevare come in questo caso i novi laudatores che interpretano sempre e comunque come “di sinistra” le parole del Papa non si siano fatti sentire.

Buona lettura e buon mese di agosto a tutti.

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 Papa Francesco e la difesa della vita

di Chiara Mantovani

Sabato 25 maggio papa Francesco ha pronunciato parole molto serie ed impegnative a difesa dei bambini ancora non nati. Ha ricordato, senza inventare nulla di nuovo, né per la scienza né per la fede — e senza mezzi termini — che anche i concepiti malati vanno accolti per quel che sono: esseri umani dignitosamente portatori di diritto alla vita. Non prodotti malriusciti da scartare.

Eppure, nemmeno sull’onda dello strumentale e parziale apprezzamento che il Santo Padre sta raccogliendo ultimamente quando predica l’amore al prossimo, nessuna voce laudativa si è levata dai nuovi estimatori. Ritorna la profezia di un grande scienziato, il prof. Jérôme Lejeune (1926 – 1994): l’embrione è segno di contraddizione. È il banco di prova di ogni antropologia, che smaschera qualsiasi finta solidarietà: se non difendi il più piccolo, il più innocente e il più “inutile” degli uomini, chi sarà mai davvero difeso, protetto, accolto?

Effettivamente la portata delle affermazioni di Papa Francesco è enorme: non solo l’ovvio, seppure spesso tacitato, giudizio negativo sull’aborto; non solo la condanna senza tentennamenti di quello che da ogni parte, anche medica, anche cattolica, viene chiamato “aborto terapeutico”. Laddove fosse terapia, bisognerebbe ammettere che la morte è una medicina: e sarebbe la morte della medicina. Nel dialogo pontificio c’è la dichiarazione, implicita a fortiori, che se è profondamente umano e segnatamente cristiano prendersi cura del malato, non passa differenza tra l’essere umano appena concepito e quello carico di anni che si affaccia al mistero della morte. Ogni uomo ha il diritto non a una salute perfetta, bensì alla vita che lo anima.

C’è un passaggio-chiave, in questa che sembra una chiacchierata a braccio, che invece rivela una minuziosa preparazione: «L’utilizzo della diagnosi prenatale per finalità selettive va scoraggiato con forza, perché espressione di una disumana mentalità eugenetica». Forse non tutti, ma certamente coloro ai quali non è piaciuta, hanno ben compreso che qui ci si riferisce non solo all’aborto di un soggetto in utero, ma anche a tutte le selezioni ordinarie e innumerevoli derivanti dalla procreazione artificiale, rese anche in Italia possibili e lecite dallo stravolgimento della legge 40/04 effettuato dalle sentenze della Corte Costituzionale.

Papa Francesco non è solito fare citazioni, ma nelle parole di questa udienza è evidentissimo l’insegnamento costante della Chiesa in materia di aborto, colorito anche da una espressività che certamente irrita la levigata ipocrisia dei restauri linguistici cui siamo assuefatti: «Delle volte noi sentiamo: “Voi cattolici non accettate l’aborto, è il problema della vostra fede”. No: è un problema pre-religioso. La fede non c’entra. Viene dopo, ma non c’entra: è un problema umano». «Soltanto due frasi ci aiuteranno a capire bene questo: due domande. Prima domanda: è lecito eliminare una vita umana per risolvere un problema? Seconda domanda: è lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi la risposta. Questo è il punto. Non andare sul religioso su una cosa che riguarda l’umano. Non è lecito. Mai, mai eliminare una vita umana né affittare un sicario per risolvere un problema».

Colpisce, inoltre, cogliere un ulteriore tratto comune con la proverbiale accuratezza dei pontefici: papa Francesco (come già era noto per i suoi predecessori: inarrivabile la raffinatezza culturale di Pio XII che convocava i migliori scienziati, non importava di quale religione o nazionalità, per studiare e farsi spiegare esattamente i termini dei problemi che poi avrebbe affrontato in discorsi e encicliche) mostra di avere ricevuto informazioni medico-scientifiche aggiornate su terapie intrauterine all’avanguardia, su hospice e confort care perinatale, che «ottengono risultati sorprendenti in termini clinico-assistenziali e forniscono un essenziale supporto alle famiglie che accolgono la nascita di un figlio malato». «Tali possibilità e conoscenze devono essere messe a disposizione di tutti per diffondere un approccio scientifico e pastorale di accompagnamento competente».

Una boccata d’ossigeno, un ripasso che conferma e irrobustisce, un punto da cui ripartire per una rinnovata campagna per la Vita.

Segnali incoraggianti arrivano anche da oltreoceano: l’aborto è sempre meno percepito come inarrestabile e, timidamente ma inesorabilmente, il buon senso fa capolino tra le tenebre fitte dell’oscurantismo della ragione.

 
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Ad maiorem Dei gloriam et socialem


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