n. 12 – gennaio 2018

20. Gennaio 2018 IN HOC SIGNO 0

Cari amici,
da un paio di anni anche a Ravenna è attiva una “croce” di Alleanza Cattolica, intitolata alla Madonna Greca. Lo scorso mese i suoi componenti hanno organizzato un incontro pubblico con il Reggente Nazionale Marco Invernizzi, che ha presentato il volume di cui è coautore, sul tema della famiglia.
Proponiamo oggi l’articolo a firma di Sirio Stampa — pubblicato in estratto nel settimanale diocesano “Risveglio” — che riassume l’evento.
Chi fosse interessato alle attività di Alleanza Cattolica in Ravenna — ogni mese viene proposta una iniziativa culturale pubblica — può rispondere a questa newsletter oppure scrivere all’indirizzo email alleanzacattolica.ra@gmail.com

 

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Il caso ha voluto che l’incontro con Marco Invernizzi sul tema “La famiglia. Dal divorzio al gender” (che è anche il titolo dell’interessante libro da lui scritto a quattro mani con Giancarlo Cerrelli), si tenesse il 14 dicembre 2017, nel giorno in cui il nostro parlamento approvava la legge su quelle Disposizioni Anticipate di Trattamento che indirizzano con sempre maggiore decisione il nostro paese verso una cultura di morte, spalancando la porta all’eutanasia.
Al reggente nazionale di Alleanza Cattolica, curatore su Radio Maria della rubrica “La voce del Magistero”, tale coincidenza non è sfuggita. È un percorso, quello intrapreso ormai da diversi decenni dai nostri legislatori, scandito da tappe sempre più devastanti: divorzio, aborto, fecondazione artificiale, unioni civili ed ora le DAT. Tutte leggi figlie di quel ’68 nel quale il processo rivoluzionario fece il salto di qualità passando dal piano ideologico a quello antropologico.
Che cosa possono fare coloro che non intendono accettare passivamente questa devastante deriva, si è domandato Invernizzi?
L’esempio, ha risposto, ce l’hanno dato i due Family Day del 2015 e 2016. Straordinarie adunanze di milioni di persone, in difesa della vita e della famiglia naturale, organizzate con tempistiche ridottissime e senza coinvolgimento di organizzazioni politiche, né delle gerarchie ecclesiastiche.
Che cosa connotava questa marea umana e dovrebbe connotare coloro che non vogliono arrendersi alla deriva etica?
In primo luogo, ha ricordato il nostro ospite, la speranza: nessuna battaglia può essere vinta da chi ha perduto la speranza nella possibilità di successo. Speranza che, prima di tutto, è una Virtù da chiedere al Signore nella preghiera, affinché Lui, che è il Salvatore del Mondo, ci accetti come suoi umili collaboratori. Una speranza che spinga a non rinchiudersi e a non auto-esiliarsi da un mondo che non si riesce più a comprendere e accettare; una speranza che renda consapevoli delle responsabilità che si hanno, prima ancora che verso se stessi, verso le nuove generazioni, figli e nipoti ai quali si ha il dovere di consegnare un mondo che promuova la vita e non la morte.
Ma una speranza che deve poi tradursi in azione consapevole, che richiede, oltre alla volontà, preparazione e conoscenza approfondita del contesto nel quale viviamo e delle ragioni che hanno condotto ad esso.
Se non si conosce la storia e se non se ne comprendono le logiche è impossibile interpretare il “contesto”. Se non si comprende il cammino della filosofia e delle ideologie è inutile cercare di comprendere perché quest’ultima fase del processo rivoluzionario è esplosa proprio nel ’68 e proprio “in interiore homine”. Speranza, dunque, ma anche consapevolezza che questo devastante processo non può essere arrestato dall’oggi al domani. Consapevolezza che ciò che oggi ai più ancora desta sorpresa, tra una generazione o due potrebbe risultare del tutto normale.
Se oggi, argomentava Invernizzi in tono tristemente provocatorio, è del tutto normale sentirsi chiedere, ad esempio, “come si chiamano tuo padre e tu madre?”, è assai probabile che i nostri figli e nipoti, tra non molto tempo, debbano rispondere a ben altre domande: “quante mamme/papà hai?”.
E proprio in questo si sostanzia la battaglia dalla quale, se si ha senso di responsabilità, non è possibile esimersi: cercare di impedire che ciò che oggi ancor riesce ad apparirci pericolosamente assurdo non possa diventare, per i nostri figli e nipoti, la normalità.
Questo è l’impegno che, ciascuna con le sue peculiarità, si sono assunte anche le realtà che, insieme con Alleanza Cattolica, hanno organizzato l’incontro con Invernizzi dello scorso giovedì presso il seminario arcivescovile: il Centro Culturale “Il Seme”, il “Centro Studi Caritas in Veritate”, il Circolo “John Henry Newman” e quel “Comitato Difendiamo i Nostri Figli” al quale va attribuita gran parte del merito per l’organizzazione di quei formidabili Family Day che speriamo possano rappresentare un punto di svolta nell’eterna lotta contro le forze che vogliono distruggere l’uomo.

Sirio Stampa

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Ricordiamo che le registrazioni audio in formato .mp3 di tutti gli incontri di Alleanza Cattolica in Ferrara sono disponibili a semplice richiesta, anche raccolti in cd annuali.

Auguri per un buon nuovo anno 2018
ad maiorem Dei gloriam et socialem

 

Alleanza Cattolica in Ferrara


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